Cosa c'è
C’è chi va alla Monfa, c’è chi si iscrive alla Monfa, c’è chi vede la Monfa e c’è chi segue da lontano la Monfa, perché si sa, la Monfa è la Monfa.
C’è quello che arriva al giovedì e quello che arriva alle 9.58 della domenica con il carburatore ancora in mano in cerca di un galleggiante.
C’è chi si traveste, c’è il travestito e c’è la gnocca.
C’è chi crede di partecipare al mondiale di cross tramutandosi in un gladiatore plastico e chi viene in pantaloncini corti e infradito.
C’è chi ha spirito e chi no, c’è quello che crede che la candela sia di cera e c’è quello che smadonna tutto il sabato alla ricerca della carburazione perfetta.
C’è chi mangia le lumache e chi le costine.
C’è quello che ha la griglia dello chef Tony e tutta la serie dei suoi coltelli e chi usa un cerchione di un’ auto per cucinare le sue salamelle.
C’è chi il venerdì sera, il sabato tutto il giorno e la domenica ascolta (e fa ascoltare a tutti) hardcore a manetta e chi canta Jovanotti dopo aver fumato un toscano pieno di maria.
C’è chi viene dalla Sardegna, chi dalla Sicilia, chi come sempre dal Portogallo, questi non mancano mai.
C’è chi nel serbatoio mette strani incensi per mostrare che anche lui, se vuole, sa fare la fumata per la proclamazione del nuovo papa.
C’è chi si è dimenticato di mettere l’ olio e ha grippato e chi pensava che l’ olio per le forcelle andasse bene ugualmente.
C’è chi issa la bandiera del proprio team, chi ha la maglietta e chi ha il tatuaggio della 2%.
C’è chi vende, chi ruba, chi regala e chi ti manda a fare in culo.
C’è chi sale le scale della chiesa col ferro e chi quelle dei box con il cross.
C’è chi fa la coda per mangiare e chi va al ristorante.
C’è chi porta il figlio, chi porta la morosa, chi porta la moglie e, credetemi, chi porta il nonno.
C’è chi ha la tradizione del risotto, chi del lumino da morto e chi di tradizioni non ne ha.
C’è chi ti chiede perché vendi curve Valsir in una manifestazione del genere e non a una fiera per idraulici.
C’è chi ti da una mano, chi ti snobba e chi ti viene addosso senza nemmeno chiedere scusa.
C’è chi si innamora di una ragazza sul ferro solo perché ha la tuta da cross e un piede infangato e chi si innamora di albero di ciliegie.
C’è chi ostruisce il passaggio del percorso piazzando la macchina in mezzo, c’è chi ci passa a fianco, chi torna indietro, chi discute, chi aspetta che si faccia un gruppo di 40 ferri incazzati e infine c’è chi sposta la macchina dalla strada, pena una brutta fine.
C’è chi piastrella, chi passa sopra le piastrelle e chi buca con una piastrella.
C’è Batman, Obelix, Spongebob e qualche omosessuale in mutande e reggiseno leopardato.
C’è l’ astemio, c’è il vinofilo, il birrofilo e il grappofilo.
C’è chi vorrebbe dormire e chi se non fa casino tutta notte non è Monfa.
C’è chi salta il fango con un percorso alternativo e chi butta il ferro in un mezzo dirupo per non far coda ma comunque riesce a saltare il fango.
C’è chi spende una cifra e chi guadagna un cifrone.
C’è il 130 Kg e c’è la splendida regina.
C’è chi beve rhum e c’è chi fa qualcos’ altro, non ricordo la canzone.
C’è il maleducato e incivile e c’è chi raccoglie lo sporco di quest’ ultimi.
C’è il novellino e il veterano e c’è chi ci mette 1 ora e chi 6.
C’è che siamo in 2.000 e non più in 500.
C’è il sindaco che non è il sindaco e il vigile che non il vigile, poi però ci sono i carabinieri che sono davvero carabinieri.
C’è chi conosce nuove persone, chi fa amicizie vere e sincere e chi si manda a fare in culo per un bicchiere di vino di troppo.
C’è il nostalgico delle vecchie Monfe e chi invece è esaltato da queste.
C’è chi si innamora di un ferro, chi di una gnocca e chi di Pecetto.
C’è chi guarda gli splendi panorami e chi guarda il cronometro.
C’è quello che va via in camper, quello che va via in auto e anche quello che va via in ambulanza, già dal sabato.
C’è chi salta sulla pedana di legno e chi ci lascia la mascella sopra.
C’è chi si incazza se uno tiene il posto al proprio amico e c’è chi ci va due giorni prima proprio per quello.
C’è chi voleva un percorso più incazzato e chi ha finito il percorso incazzato perché era troppo duro.
C’è chi parcheggia l’ auto nel parcheggio e chi in mezzo a un bosco.
C’è chi mangia il biscotto al ristoro e chi tira fuori salame e prosecco.
C’è il baffo, sempre e comunque.
C’è chi parla di che getto monta il carburatore e chi getta già dal sabato pomeriggio.
C’è chi ha le gomme di un carroarmato mimetiche e chi ha le slick di Valentino Rossi.
C’è chi suona la trombetta sul suo ferro e chi la trombetta se la fa in tenda con una figona bionda dai jeans short cortissimi.
C’è chi gode, chi se la gode e chi rosica.
C’è chi organizza tutto al minimo dettaglio e chi si dimentica il ferro a casa.
C’è chi canta durante il percorso, chi bestemmia e chi parla al suo ferro pregandolo di arrivare alla fine.
C’è chi durante il viaggio verso casa ti racconta la propria vita, le proprie vicende e chi sta muto o ascolta la radio.
C’è chi ti abbraccia come fossi amico da una vita, chi ti ospita come fossi suo fratello e chi ti regala la sua candela di scorta anche se non ti conosce...
C’è che questa Monferraglia ci ha conquistato e ogni anno fa innamorare sempre più persone...